Come sa bene chiunque abbia letto la nostra serie su “L’incubo monetario di Mario Draghi“, uno dei maggiori problemi che l’Europa deve affrontare è la creazione di credito: quasi 6 anni dopo il crollo di Lehman Brothers, il meccanismo di trasmissione monetaria, cioè la crescita finanziata dal credito, in Europa continua a funzionare malissimo, soprattutto a causa della mancanza di domanda di credito, che a sua volta significa che qualsiasi tentativo da parte di Draghi di sbloccare il canale monetario europeo tramite NIRP, QE, o quello che volete, è destinato a fallire. E spiega anche perché l’ultima espansione TLTRO, il nuovo piano di rifinanziamento a lungo termine lanciato dalla BCE (se ha mai realmente avuto luogo: richiama il programma OMT che ancora ufficialmente non esiste) non ha ottenuto e mai riuscirà a ottenere nulla per l’economia reale, ma invece di certo ha spinto il carry trade a livelli altissimi portando a minimi record tutti i rendimenti dei titoli periferici.
In altre parole, l’Europa è in cattiva forma come quasi sempre, e la creazione di prestiti è in solo minima parte superiore al suo minimo storico del -2,3% della fine 2013.
Fin qui tutto bene. Ma ora arriva la parte risolutiva, la prova chequalsiasi cosa la BCE possa e voglia provare a fare, sarà un completo disastro: i prestiti alle famiglie sono diminuiti di € 42.8miliardi (il suo più grande calo mai registrato), dopo un aumento di € 5,1 miliardi nel mese di aprile. Questo andamentoè principalmente legato ai prestiti per l’acquisto di abitazioni (che non contano ai fini dell’assegnazione alle banche dei finanziamentiTLTRO, il nuovo piano di rifinanziamento a lungo termine lanciato dalla BCE) e riflette il volume delle vendite e i crediti cartolarizzati (se rettificati per questi valori, i prestiti alle famiglie salgono di € 3 miliardi, simile alla cifra di aprile).
E non solo in Francia: il più grande calo dei prestiti alle società non finanziarie si è verificato in Italia e in Spagna, dove le dinamiche deiprestiti bancari restano deboli, con un ulteriore calo di € 5,1 miliardi e € 3.0 miliardi, rispettivamente (per dati destagionalizzati). I volumi degli impieghi sono rimasti all’incirca invariati in Germania, mentre c’è stato un aumento dei prestiti alle società non finanziarie di € 3,7 miliardi in Francia. Lo stock dei prestiti in essere ha subito una contrazione di oltre il 30% in Spagna e di oltre l’8% in Italia dal luglio 2011.
Certo, è solo quando si è alle strette e non si hanno strade davanti a sé che vengono prese le decisioni più idiote possibili. È per questo che non possiamo aspettare le reazioni della BCE a questi ultimi terribili dati standocene tranquilli sul divano con i popcorn in mano.