Le iniziali contestazioni di aggiotaggio e ostacolo agli organi di vigilanza – Banca d’Italia e Bce – erano state rivolte nei confronti di 6 persone: l’ex presidente Gianni Zonin, l’ex dg Samuele Sorato, Emanuele Giustini e Andrea Piazzetta entrambi ex vicepresidenti e i due consiglieri di amministrazione Giovanna Dossena e Giuseppe Zigliotto, presidente di Confindustria Vicenza.
“Ci troviamo di fronte ad una organizzazione strutturata, la Banca, all’interno della quale alcune persone avrebbero operato, con una struttura gerarchica e ben organizzata, per mettere a segno un numero indefinito di reati”. Lo ha detto il Procuratore capo di Vicenza, Antonino Cappelleri, a proposito dell’inchiesta sulla Popolare di Vicenza.
“Gia’ oggi – ha aggiunto Cappelleri – ci troviamo con almeno 500 casi di azionisti che lamentano di essere stati truffati, e a questi numeri bisognera’ quasi certamente aggiungere gli altri 100 che sono stati depositati alla procura di Udine. E’ per questo motivo che ho chiesto alla Corte d’Appello di assegnare a Vicenza un magistrato distrettuale, che possa essere applicato all’esame di ogni singola posizione e all’iscrizione di eventuali responsabili. Si tratta di un lavoro che non si puo’ ragionevolmente pensare di concludere prima di un anno”.
Diverso il caso dell’indagine parallela aperta a Prato e che ha portato ad indagare 7 persone per ipotesi di reato che vanno dalla truffa all’estorsione. “Con la Procura di Prato – ha spiegato Cappelleri – e’ in atto da tempo un coordinamento molto stretto. Alcune querele sarebbero state presentate e iscritte prima dell’apertura della nostra indagine, radicando quindi la competenza a Prato. Credo che alla fine – ha osservato – saremo costretti a tenere separati i due filoni di inchiesta, anche se finiranno per fare riferimento, almeno in parte, alle stesse persone”.
Anche il conto degli indagati appare destinato ad aumentare: “In questo momento – ha precisato il procuratore – non vi e’ la necessita’ di ampliare la rosa dei nomi iscritti a registro degli indagati anche in una logica di economia processuale e di efficacia dell’indagine. Eppure emergono responsabilita’ in capo anche ad altre persone, il cui numero certo sara’ possibile stabilire solo al momento della chiusura delle indagini preliminari”. “Assicuro pero’ – ha concluso Cappelleri – che per arrivare a quella fase c’e’ ancora un vero e proprio mare di cose da fare”.
Nel frattempo la Banca Popolare di Vicenza prepara l’assemblea dei soci per sabato prossimo, un appuntamento nel corso del quale l’attuale management chiedera’ di dare via libera all’aumento di capitale da un miliardo e mezzo e alla quotazione in borsa. Il titolo della Banca, che nel 2014 valeva 62,3 euro, era gia’ stato tagliato a 48 euro lo scorso aprile. Il valore di riacquisto, annunciato nei giorni scorsi, si attesterebbe invece a 6,30 euro per azione. Sono numeri che ovviamente rendono frenetici i giorni dell’attesa prima dell’assemblea e che in parte sostanziano i dubbi investigativi. Il valore delle azioni, cioe’, sarebbe stata artificiosamente sostenuto con operazioni di finanziamento all’acquisto di pacchetti azionari. Proprio attorno a queste operazioni, ora, gli azionisti stanno lamentando di essere stati truffati o, peggio, costretti a comprare.