Ma quanto rende davvero il business delle concessioni autostradali? Il Servizio di struttura economica della Banca d’Italia ha fornito qualche dato: “Ogni chilometro di autostrada a pedaggio genera annualmente in Italia ricavi medi per oltre 1,1 milioni di euro: 300mila euro destinati allo Stato e 850mila alle concessionarie. Queste ultime sono anche i principali beneficiari dei ricavi da sub-concessioni e da altre attività commerciali svolte sulla rete autostradale”. Senza considerare la quota di lavori affidati in house, cioè a società di costruzione appartenenti allo stesso gruppo del concessionario, quota che è calata nel corso degli ultimi anni ma che ha consentito guadagni enormi anche attraverso sistematichemanipolazioni dei costi grazie alle quali i concessionari hanno spuntato aumenti tariffari a doppia cifra, oltre a far lavorare le proprie imprese mediante l’affidamento diretto dei lavori.
Il nocciolo della questione, come sottolinea una volta in più Sestito, sta nel fatto che le vigenti concessioni autostradali sono state “tutterinnovate senza passaggio per una gara pubblica” e “si caratterizzano per durate residue estremamente lunghe”. Concessioni che valgono oro e che sono state regalate ai privati senza nessuna contropartita. Se l’obiettivo è il rilancio degli investimenti, questo “deve essere assicurato attraverso misure che tutelino la concorrenza, garantendo l’individuazione del miglior offerente e la selezione delle opere in base a trasparenti analisi dei loro costi e benefici sociali”.
Insomma, il governo dovrebbe mettere a gara le concessioni – come peraltro impone la direttiva europea – e non insistere nel cercare insieme ai concessionari ogni possibile scappatoia per prorogarne la durata. Su questo punto Banca d’Italia, Antitrust,Authority dei Trasporti e Autorità Anticorruzione insistono già dal primo giro di audizioni e pareri dell’autunno scorso sul decreto “Sblocca Italia” e hanno ribadito con fermezza questa tesi anche nelle audizioni successive. Inascoltati, come dimostra anche la volontà del ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio di trovare un accordo con le Province di Trento e Bolzano per prorogare la concessione scaduta già da un anno dell’autostrada del Brennero.
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