La batosta è imminente: l’aumento dell’Iva dal 22% al 24% è in arrivo. L’imposta intermedia, oggi al 10%, passerà al 13%. Per ordine di Bruxelles, per fare cassa, per avvicinare il traguardo del 25% previsto nel 2018. Soprattutto, per portare a casa 8/10 miliardi in barba a tutte le rassicurazioni del governo sul fisco… Il piano europeo prevede anche un contentino “avvelenato” per i contribuenti. Un credito d’imposta inversamente proporzionale al reddito che dovrebbe infilare qualche moneta in tasca agli italiani con i redditi più modesti. Peccato che i famosi italiani con i redditi modesti siano gli stessi che proporzionalmente spendono la maggior parte proprio reddito per la semplice sopravvivenza. Quindi il credito fiscale aggiuntivo non compenserà l’aumento dei prezzi originato dal rincaro dell’Iva… L’idea di trasferire il prelievo dalle persone alle cose è stata lanciata dai burocrati di Bruxelles nel Rapporto «Effetti distributivi di uno spostamento del carico fiscale dal lavoro ai consumi». Un’operazione ai limiti del ridicolo. Dice il Rapporto che a trarre il massimo beneficio sarebbero «i salari da 660 euro mensili fino a 1.130 euro». Con il credito d’imposta uno stipendio «da 660 euro diventerebbe di 671 euro», appena 11 euro in più pari a 143 euro l’anno se spalmato su 13 mensilità. Vedrebbe crescere la disponibilità mensile di ben 6 euro chi porta a casa un salario di 823 euro, salendo a 829 (78 euro all’anno). Agevolazioni inversamente proporzionali (e assai modeste), pure per chi guadagna 975 euro (7 euro, 91 euro l’anno), e appena di 3 euro (33 annui), per chi deve barcamenarsi con una busta paga di 1.130 euro. Oltre i 1.282 euro di reddito mensile il credito d’imposta svanisce. Gli aumenti provocati dall’Iva invece rimarrebbero vanificando questa elemosina ai più poveri. Il rischio che Roma accetti i diktat fiscali di Bruxelles è molto alto. Con una crescita economica che fatica a galleggiare intorno all’1%, assestare una mazzata da 8/10 miliardi (ogni punto Iva vale circa 4/5 miliardi l’anno di maggior gettito), potrebbe trasformarsi in un micidiale boomerang. Già i consumi latitano (saldi docet), sgraffignare altri quattrini andando a pescare sui prodotti di largo consumo rappresenterebbe un macigno sull’impercettibile ripresa. Ma perché stupirsi? Sarebbe un altro regalo di questa Europa.