Come riporta A.E. Pritchard sul Telegraph, si manifesta a Davos tutta l’incapacità della Ue di far fronte alla sua stessa crisi. Anni dopo essere entrata in una fase di stagnazione e deflazione, i suoi leader sono ancora completamente in disaccordo sulle cause e sulle soluzioni da adottare. Il risultato sono una serie di direttive errate e incoerenti: dai politici del Nord che chiedono altri giri di vite alle economie mediterranee esauste, agli appelli dei funzionari Ue perché i politici nazionali agiscano nell’interesse dell’Ue e non dei cittadini che li hanno votati, proclamandolo ai quattro venti. La Ue è ormai un mezzo senza alcuno scopo e con un solo istinto: quello di autoconservazione.
Ambrose Evans-Pritchard, in Davos, 19 gennaio 2017
I leader europei si sono azzuffati tra loro a Davos in una disputa infuocata riguardo a come fermare il collasso della Ue, mettendo a nudo le divisioni purulente che affliggeranno a lungo il progetto europeo anche dopo l’uscita del Regno Unito.
“L’idea stessa di un’Europa sempre più unita è morta e sepolta“, ha detto il premier olandese Mark Rutte, bollando le richieste di un’Unione Politica completa come una pericolosa fantasia romantica.
“Il modo più veloce per smantellare l’Unione europea è continuare a parlare della creazione passo dopo passo di una sorta di superstato“, ha detto al World Economic Forum.
I suoi commenti vanno al cuore della feroce battaglia in corso per il controllo del progetto Ue e hanno provocato un contrattacco appassionato di Martin Schulz, Presidente del Parlamento europeo.
Schulz ha definito profondamente sbagliato il rinunciare al sogno di un’Unione politica e ritornare agli stati-nazione. “Che si tratti di Angela Merkel, o Mark Rutte o chiunque altro, devono avere il coraggio di dire che nel XXI secolo abbiamo sempre più bisogno di un’Unione sempre più stretta, e senza di essa l’Ue non ha futuro“, ha detto.
Schulz ha accusato i ministri dell’Europa di sabotare l’Unione europea facendo il “doppio gioco”, accettando le decisioni a porte chiuse nel Consiglio dei ministri dell’Ue, per poi negare qualsiasi propria responsabilità una volta tornati a casa. “Questo doppio gioco sta distruggendo lo spirito europeo“.
Ha accusato i primi ministri di arrivare alle riunioni al Justus Lipsius Building a Bruxelles proclamando, prima ancora di entrare, di essere lì solo per proteggere i propri stretti interessi.
“Abbiamo alcuni membri del Parlamento europeo che cercano di distruggere l’Unione europea dall’interno. Rubano gli stipendi alla Ue, e uno di loro è candidato alla presidenza francese”.
Frans Timmermans, vicepresidente della Commissione Europea, ha detto che è in corso uno “scontro ideologico fondamentale all’interno della nostra Ue“. Ha invitato i leader d’Europa a smettere di nascondersi dietro sotterfugi e scegliere da che parte stare, piuttosto che incolpare Bruxelles di tutto. “Devono mostrare le loro carte, mostrare da che parte stanno“.
Il professor Hans-Werner Muller dell’Università di Princeton considera improbabile che l’Ue stia per disintegrarsi in senso formale, mentre invece considera reale il rischio che si dissolva dall’interno. “Avremo ancora i trattati, ma non verranno rispettati“.
Ha accusato Ungheria e Polonia di comportarsi come stati canaglia nell’Ue, abusando dello stato di diritto con una “brutalità” che nell’Europa democratica non si vedeva dalla seconda guerra mondiale. “Per loro è anche meglio della Brexit. Si prendono tutti i soldi, ma non rispettano le regole. Se l’Ue non fa nulla al riguardo, la fiducia verrà meno“.
La questione di fondo è il divario nord-sud all’interno dell’eurozona, dove continuano a contrapporsi due narrazioni tra loro inconciliabili. L’abisso non è stato colmato. Anzi, peggiora.
“Tutti devono rispettare le regole. Troppi Paesi non stanno facendo ciò che è necessario. Alla fine questo avrà un impatto devastante sull’integrazione europea“, ha detto Rutte, la voce rassicurante del blocco del Nord.
“La Francia e l’Italia non stanno attuando le riforme. C’è sempre una mancanza di fiducia se i paesi non fanno ciò che promettono di fare“.
Questi commenti a cuor leggero non fanno altro che irritare i leader del Sud e dimostrano che non c’è ancora alcun consenso su che cosa è andato storto, dopo ben otto anni di depressione economica dell’eurozona.
Il Nord si rifiuta ancora di accettare che la crisi è stata causata da flussi di capitale destabilizzanti e insiste per un riaggiustamento interamente a carico del Sud, che deve recuperare la competitività perduta attraverso l’austerità deflazionistica.
Il Nobel per l’economia Joe Stiglitz ha detto che questa strategia ha portato a una contrazione dell’eurozona nel suo complesso e che è in definitiva inattuabile. Nessuna delle difficili decisioni necessarie a far funzionare l’Unione monetaria è stata presa. Alla fin fine, non esiste ancora alcuna unione fiscale o condivisione del debito. L’Unione monetaria europea rimane una casa mezza distrutta.
Il Ministro delle finanze italiano, Pier Carlo Padoan, ha ripetutamente accusato le autorità dell’Ue di spingere l’Italia in una crisi bancaria che potrebbe facilmente essere evitata. “Il problema dell’Europa, è l’Europa“, ha detto a Davos all’inizio di questa settimana.
Emma Marcegaglia, leader della federazione paneuropea BusinessEurope, ha detto al Telegraph che è difficile da digerire sentire alcuni paesi parlare di norme Ue. La Germania sta sostenendo un cronico surplus di partite correnti del 9% del PIL, in aperta violazione della risoluzione sugli squilibri macroeconomici dell’UE, danneggiando la coesione dell’Unione monetaria. Ma nessuno interviene.
“Ci dovrebbe essere almeno un po’ di simmetria. Perché la Germania non viene punita? Non possiamo andare avanti così, non è sostenibile. Alcuni dicono che la Germania dovrebbe lasciare l’eurozona“.
Martin Schulz ha detto che è assurdo che i politici nel Nord continuino a propagandare la falsa narrativa moralista secondo cui il Sud si è messo nei guai perché troppo irresponsabile e pigro per lavorare. “Queste sono tutte bugie, e stanno portando a un’enorme mancanza di fiducia“.
Timmermans, della Commissione, ha detto che il suo squadrone a Bruxelles avrebbe obbedito e svolto il suo compito ingrato, facendo da capro espiatorio per tutti. “Siamo come la squadra di calcio del Millwall FC: ‘nessuno ci ama, ma non ci interessa’. Abbiamo un compito da fare, e lo facciamo” ha detto.
(E poi diremo: in fondo, obbedivamo semplicemente a degli ordini… ndVdE).
La ricerca del capro espiatorio è diventata una barzelletta, nella sua famiglia. Quando suo figlio scende per fare colazione, lo saluta così: “Buongiorno, caro burocrate senza volto“.